LA TASSA OPI LA SPEZIA 2020 (DIMINUITA!)- INFORMAZIONI UTILI  Su richiesta di alcuni iscritti, ecco alcune informazioni concrete e pratiche, oltre ad alcune valutazioni da condividere con i Colleghi…a febbraio, come ogni anno (dovrebbe arrivare nella prima settimana) è attesa la consegna, da parte del nostro ente esattore, della tassa 2020 per gli iscritti all’Ordine spezzino. Grazie a una politica di ulteriori solleciti verso quel 5% di ‘’ morosi’’ sul totale dei colleghi iscritti, l’arrivo di una discreta somma, relativa a quote arretrate in precedenza non ricevute, ha permesso un calo della tassa per l’anno 2020, che passa ora a 76 euro (lo scorso anno era 78,50). A quei pochi colleghi che, in alcuni casi, si sono trovati in difficoltà col datore di lavoro per non avere versato la loro tassa OPI, un invito a riflettere sull’intera vicenda: che è  normalmente superabile semplicemente facendo quello che facciamo anche noi, e cioè pagando la quota. Quota che non è una richiesta ”anomala” di questo Ordine, ma un passaggio previsto dalle normative in vigore.  Evidenziamo ora alcuni punti, in passato fonte di ‘’leggende metropolitane’’ che, come in ogni argomento non noto al meglio, si autoalimentano creando solo confusione. Serve invece, in ogni campo, avere informazioni certe, dalla fonte: qui noi cerchiamo di dare elementi utili per comprendere.

LA SCADENZA: la scadenza per il versamento è prevista al 29 febbraio 2020: NON è assolutamente vero ‘’che si può pagare fino a fine anno’’; anzi, verso metà aprile l’ente esattore inizia ad inviare UN SOLLECITO ONEROSO (cioè che costa!) a chi non ha ancora pagato; con il sollecito, sulla cartella dell’iscritto l’ente esattore aggiunge una cifra di oltre 10 euro, che va in pratica a comportare un aumento della tassa, una cosa francamente evitabile semplicemente RISPETTANDO LA SCADENZA indicata sulla tassa stessa. Scusate la franchezza, ma le bollette ed il mutuo iniziano ad arrivare sin da gennaio, non aspettano ‘’la fine dell’anno’’.

COSA SI FA CON I SOLDI DELLA TASSA: una parte della tassa viene versata (IN ANTICIPO rispetto ai versamenti dei colleghi iscritti) a Roma, alla Federazione Nazionale (FNOPI); con la parte che resta all’OPI spezzino vengono effettuate tutte le attività e si pagano i costi vivi di esercizio dell’Ente, inclusi i costi della sede (compreso un mutuo per il suo acquisto, regolarmente autorizzato dall’Assemblea degli iscritti nel 2012). Come prevede la norma per gli Enti, cosa che questo Ordine fa DA OLTRE DIECI anni, dunque da prima della determina di norma, il bilancio pubblicato sul sito web ufficiale (www.opilaspezia.it) permette di capire le voci di spesa. Ci sono ovviamente anche ritorni diretti per i Colleghi iscritti: ad esempio, nello scorso anno sono stati prodotti otto eventi ECM gratuiti, ed assegnati premi in denaro per progetti professionali. Inoltre abbiamo attività di consulenza gratuita su alcuni aspetti di interesse della categoria. Ancora, una ulteriore OPPORTUNITA’ per gli iscritti è data dalle ”convenzioni” (che si possono trovare sulla pagina apposita di questo stesso sito.)

LA QUESTIONE DEL RIMBORSO DA PARTE DEL DATORE DI LAVORO: dopo alcune sentenze sfavorevoli (una in Piemonte ed un’altra in Campania) lo scorso anno un Giudice del lavoro, a Pordenone, ha accolto favorevolmente, in 1° grado, l’istanza di oltre 200 colleghi per avere il RIMBORSO della quota di iscrizione all’Ordine da parte del loro datore di lavoro pubblico, con la motivazione (importante passaggio!) che, se il rapporto di lavoro deve essere esclusivo, allora la appartenenza all’Ordine professionale (condizione indispensabile per l’esercizio della professione, cfr L.43/2006 e L. 3/2018) la rimborsa il datore di lavoro. Una sentenza preziosa, soprattutto nell’ottica del superamento del rapporto di ‘’esclusività’’: naturalmente, vanno fatte alcune considerazioni PER EVITARE ERRORI legati a una scarsa attenzione.

  1. La sentenza riguarda, ad oggi, SOLO coloro che hanno presentato il ricorso a Pordenone;
  2. È una sentenza di 1° grado e dunque prima di poter ottenere i rimborsi quei colleghi dovranno attendere i successivi gradi di giudizio;
  3. In ogni caso, qualunque sia il futuro sviluppo, su un punto vi è certezza: si tratta di un RIMBORSO, quindi PRIMA si versa la cifra all’OPI di appartenenza e POI si prova a ottenere un rimborso, rivolgendosi al datore di lavoro (Pubblica Amministrazione).

(definizione dalla Treccani: ‘’Rimborso è l’azione di rimborsare, il fatto di venire rimborsato di quanto si è speso, è la somma stessa rimborsata’’).

Rimborso al quale, sia chiaro, poiché ad oggi perdura il vincolo della esclusività per i dipendenti pubblici, anche questo Direttivo, come principio, è FAVOREVOLE. Per provare a ottenere il rimborso noi possiamo, sempre su richiesta dell’iscritto, certificare le quote che sono state richieste agli iscritti negli ultimi dieci anni.

NON HO RICEVUTO LA TASSA, COME MAI? COSA DEVO FARE? Purtroppo una piccola parte di ritardi o smarrimenti, sul totale di 2060 lettere, si può verificare. Certamente la mancata consegna è INEVITABILE quando noi NON abbiamo un indirizzo esatto! Quindi, se ad aprile 2020 non avete avuto la tassa contattateci, perché potrebbe esserci una mancata comunicazione del cambio di residenza, comunicazione che fa parte delle responsabilità dell’iscritto. Il modello per la corretta comunicazione è disponibile sul sito, qui: http://www.opilaspezia.it/wp-content/uploads/2019/12/modello_cambio_indirizzo_iscritto_04012019.pdf          Se volete avere certezza sulle tasse arretrate, sospese, frazioni residue per ritardati pagamenti, potete scrivere a noi o recarvi direttamente (ore mattutine) all’ente esattore: Gefil, p.le del Marinaio 2 alla Spezia (davanti Piazza Europa, lato mare)

‘’SONO ANDATA IN PENSIONE DALLA ASL E CONTINUO A RICEVERE LA TASSA DELL’ORDINE! MA COME MAI? ’’  Forse perché non ha mai presentata la domanda di cancellazione? La cancellazione, cara signora, NON è automatica; abbiamo colleghi che dopo la pensione da ASL proseguono la loro attività altrove, e perfino alcuni che restano iscritti perché fa loro piacere continuare a sentirsi parte di un gruppo professionale (può stupire qualcuno, ma non sono pochi) Per chi non lavora più e vuole uscire dall’Ordine, va presentata una ‘’domanda di cancellazione’’ per cessata attività, e noi la accogliamo subito (in assenza di debiti sulle vecchie quote). Negli Ordini professionali (TUTTI) si entra con una domanda e si esce con una domanda: si tratta di Leggi della Repubblica. Per chi NON ha presentato nessuna domanda è ovvio che, ad inizio anno nuovo, in assenza di comunicazione da parte dell’iscritto, vengano spedite le tasse, inviate all’intero elenco di coloro che risultano all’interno dell’albo professionale, e che quindi sono ”inserite nel bilancio economico dell’Ente”. Chi non esercita più, venga subito a fare regolare domanda, come riportato a questo link: http://www.opilaspezia.it/wp-content/uploads/2019/12/modello_cancellazione_05082019.pdf    seguendo le indicazioni, per evitare che l’anno prossimo venga recapitata una nuova, ulteriore tassa. La tassa del 2020, come detto, è ormai a bilancio e andrà pagata.

MA I CONSIGLIERI PAGANO LA QUOTA ALL’ORDINE? Non solo la pagano ma, pungolati – giustamente- dalla Tesoriera la pagano in pratica entro 24 ore dalla consegna…altrimenti sono veramente dolori, ah ah!

PERCHE’ LA TASSA NON E’ UGUALE IN TUTTA ITALIA? Perché gli oltre 100 Ordini professionali italiani sono tutti diversi fra loro, sul piano logistico ed organizzativo, dunque di attività. Vi sono OPI con dipendenti a tempo indeterminato assunti dall’Ente, ed OPI senza dipendenti; abbiamo OPI con 25mila iscritti, ed OPI con meno di mille: questa è certamente la prima causa che spiega una diversa quota annuale fra Enti aventi stessa finalità.  (Se confrontiamo il numero degli iscritti di Roma, ben 34487 e di Aosta -979-  noi possiamo comprendere meglio le diversità strutturali: i dati sono quelli del 29.1.2020 da fnopi.it)  Alcuni OPI, inoltre, hanno una sede con costi di gestione molto contenuti ed altri hanno importanti spese di affitto, oppure hanno mutui attivi (è il nostro caso, e ripetiamo ancora che la sede è intestata all’Ente, e non ad un singolo…). Alcuni OPI sono provider formativi e hanno quindi i costi relativi a questa attività. In sostanza, non vi è nessuna norma che obbliga ad una quota unica, e non potrebbe che essere così, perché sono troppi gli aspetti da tenere in considerazione.

PER OGNI DUBBIO O DOMANDA: mail a segreteria@opi.laspezia.it (una raccomandazione tecnica, sempre valida: quando utilizzate la nostra casella di posta ”normale”, non fatelo da una casella PEC; potrebbero esserci difficoltà di visualizzazione. Se volete utilizzare la vostra PEC dovete scrivere alla nostra PEC: grazie.)