”…alle lavoratrici ed ai lavoratori che hanno tenuto sulle loro spalle il mondo, al tempo del Covid…”
Queste parole scorrono, insieme ai titoli di coda, al termine del docufilm ”Io resto- my place is here”.
Nella occasione delle celebrazioni per la Giornata Internazionale dell’Infermiere, l’Ordine delle professioni infermieristiche della Spezia ha organizzato, con la puntuale collaborazione del Cinema Nuovo e la grande disponibilità del gestore Silvano Andreini, la proiezione del film ”Io resto- my place is here”, di Michele Aiello.
Il film è dedicato alle prime settimane della pandemia di Covid, e il regista , dopo avere ottenuto la autorizzazione all’ingresso nell’ospedale di Brescia, ha ripreso le scene, piuttosto coinvolgenti, delle giornate di impegno dei sanitari in prima linea nella gestione dei tanti ricoveri, e dei molti aspetti di umanità collegati alle prime disposizioni sul trattamento di una nuova, e ignota, situazione molto pesante, per tutti.
Michele Aiello era presente in sala, ospite dell’OPI spezzino e ha descritto, dopo aver ricevuto una targa a ricordo della serata, predisposta dalla ditta spezzina Skydd, le emozioni, le dinamiche e le difficoltà nella realizzazione del docufilm , presentato in anteprima mondiale all’evento Visions du Réel 2021, in Svizzera, e che ha poi vinto il Biografilm Italia, e il premio come miglior documentario all’Ortigia Film Festival.
 
Molti gli infermieri presenti, ma anche diversi cittadini che hanno preso parte alla proiezione; in sala anche l’onorevole Maria Grazia Frija e Giulio Guerri in qualità di assessori comunali e il presidente del Consiglio regionale, dottor Medusei, che ha portato i saluti della Regione Liguria.
Nella occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere il Comune spezzino ha anche quest’anno illuminato di verde la propria facciata.
 
L’OPI ringrazia Michele Aiello, tutti i colleghi ed i cittadini intervenuti e le Autorità, e rilancia, come peraltro è emerso nel corso della presentazione, le criticità che oggi ”limitano” la adesione alla costruzione di nuovi Infermieri in università: retribuzioni poco appetibili per le forti responsabilità collegate al ruolo ed i rischi che, peraltro, il docufilm ha evidenziato; il mancato riconoscimento delle specializzazioni che, sul campo, confermano nei fatti (ma non nei contratti) la non sostituibilità della figura esperta in settori critici; i rischi derivanti dall’assurdo fenomeno delle crescenti aggressioni ai sanitari.
 
Senza infermieri in numero adeguato e con la preparazione necessaria, non può esistere un Servizio Sanitario di qualità.
 
Grazie a tutti.