Chi segue le nostre iniziative, in particolare quelle relative alla politica della professione, sa che puntiamo su due aspetti fortemente dipendenti fra loro: la ‘’particolarità ‘’ della azione professionale dell’infermiere (insostituibile da altre figure) e la sua ormai ‘’rara’’ presenza – rispetto ai numeri che sarebbero necessari! – nel panorama nazionale, e ovviamente anche in quello locale.

Oggi il vero, grande problema è che non ci sono infermieri disponibili: quei pochi che escono dalle Università trovano subito un impiego, ma il loro numero è nettamente inferiore alle richieste del mercato occupazionale: quotidiane offerte di assunzione arrivano alla nostra mail istituzionale, da parte di strutture private, di cooperative, di agenzie interinali.

Da mesi ripetiamo che in particolare nel settore della Sanità privata la situazione è particolarmente preoccupante: e con le assunzioni nel Pubblico, rese oggi più snelle dalla emergenza pandemica, molti colleghi hanno scelto di lasciare proprio il Privato per il Pubblico.

Anche qui sarebbe intelligente ragionare (anche se i trattamenti economici NON riguardano le competenze degli Ordini professionali) su come alcune strutture della Sanità privata siano riuscite, invece, a trattenere tanti dei loro infermieri, attraverso varie incentivazioni.

Torniamo invece alla nostra proposta, che risale ormai allo scorso autunno, di superare vincoli storici, come l’esclusività che caratterizza i dipendenti pubblici del Comparto Sanità; un aspetto comprensibile in tempi normali, dovrebbe essere superato almeno nelle fasi dell’emergenza in atto: e sappiamo che più di una organizzazione sindacale ed alcune grandi strutture della Sanità privata hanno espresso interesse e attenzione alla ipotesi.

Un segnale in questa direzione, che conferma cioè che l’idea non è sbagliata, e anzi sembra essere la sola praticabile, arriva dalla ASL 5 ligure che il 3 Agosto scorso, con la nota del Dirigente delle Professioni Sanitarie pubblicata l’8 Agosto sul portale Intranet, emette un bando per prestazioni aggiuntive rivolto ai suoi dipendenti infermieri, per effettuare attività professionali proprio nelle RSA del territorio.

Per ora la finestra di impiego in ‘’emergenza’’ è attiva dal 16 Agosto al 31 Ottobre, mentre la domanda potrà essere presentata fino al 21 Agosto.

Questa è la conferma che mancano concrete alternative, e che rispetto ad altre ipotesi discutibili (il riferimento, in particolare, è per l’inserimento di figure quali il ‘’super oss’’veneto; o l’autorizzazione ad assumere personale straniero senza i normali passaggi di verifica su titoli e conoscenza lingua italiana, cosa che viene fatta all’atto della iscrizione in un Ordine) è chiaro che dove sono previsti infermieri nessuno può sostituirli.

Sempre in termini di spunti di riflessione, ma anche qui ne abbiamo già parlato ed il ripeterlo diventa quasi noioso, a noi per primi, chiaramente questa è la risposta in emergenza a un problema strutturale che va affrontato nelle sedi più adatte, ed in particolare a livello nazionale.

Sono almeno tre i fronti caldi: quello formativo; quello del trattamento economico; quello dello sviluppo di carriera.

Un primo cambiamento lo si è osservato, con l’aumento dei posti per infermiere nei corsi di laurea in partenza nel prossimo anno accademico (7.495 in più rispetto allo scorso bando, un risultato molto buono) : resta da considerare che questi studenti – una volta ammessi- impiegheranno almeno tre anni a completare la loro formazione e che in questo periodo sarà complicato trovare risposte alle difficoltà che coinvolgono tutto il nostro ambito, pubblico e privato.

Analisti indipendenti, già negli anni precedenti il Covid19, più volte avevano affermato che l’ equilibrio dei nostri sistemi sanitari era precario in termini di dotazioni e che sarebbe bastato poco a causare emergenze, quelle che oggi sono sotto i nostri occhi: non solo infermieri ma anche anestesisti, ad esempio, o altri specialisti poco ‘’programmati’’ ed oggi quasi introvabili.

Questa novità meriterebbe un ulteriore ragionamento: e cioè che ‘’non ci si improvvisa’’ infermieri di RSA, in particolare oggi, e questo è un concetto condivisibile, senza alcun dubbio. Ma resta, attualissima, una situazione difficile e complicata che purtroppo vede, proprio nella gravità dei numeri carenti, l’obbligo al ricorso a situazioni che solo qualche anno fa erano del tutto impreviste ed impensabili. Tempo ne è stato perso fin troppo: adesso è necessario stringere e agire, esattamente come avvenne nel lontano 1990, come reazione alla prima ‘’emergenza infermieristica’’ del nostro Paese.

Infine, una notizia di queste ore, ancora a livello di ‘’rumors’’ ma che condividiamo perché proviene da fonte attendibile: è indicata per Novembre la ‘’molto probabile’’ data di effettuazione del concorsone ligure, con alcune modifiche rispetto a quello del 2017, la più importante è quella della opzione di scelta per la ASL preferita (fino alla copertura dei posti disponibili in quella).

Come sempre da qualche anno in qua, nel mese precedente organizzeremo serate formative in OPI per i colleghi interessati a ‘’ripassi’’ professionali e il sempre utile richiamo alla gestione delle varie fasi concorsuali.