Permettetemi, prima di cominciare il mio racconto, di ringraziare il Collegio tutto per l’iniziativa. Trovo veramente interessante avere uno spazio tutto nostro dove lasciare impresse le nostre esperienze e vissuti. Siamo veramente in tanti, tutti colleghi e tutti accumunati dalla solita dedizione al lavoro ma in sostanza quanti di noi riesce a conoscersi veramente? L’opportunità offertaci di lasciare traccia di noi stessi in questa rubrica, credo ci faccia avvicinare un po’ di più guardando oltre la vita del collega di turno o di unità.

Mi presento, sono Valentina una collega che sta nel limbo della non definizione poiché mi pare erroneo definirmi neo-laureata ed erroneo definirmi collega d’esperienza. Dunque credo che la definizione più opportuna sia collega “in movimento”…Sì, perché il mio percorso lavorativo si accomuna a quello di tanti nella realtà odierna di questa Italia, tra alti e bassi tirando avanti! E ancora “in movimento” perché anche la mia formazione non è ancora terminata.

Una volta conseguita la tanto attesa Laurea, nel 2013, mi sono domandata se questo fosse il punto di arrivo e la risposta che mi sono data è che non lo sarebbe stato. Di fatti, ho conseguito nel 2014 il Master in Infermieristica Legale e Forense. Terminato il master, mi sono spinta oltre e mi sono iscritta alla Facoltà di Giurisprudenza. Ora, le notizie che vi sto dando non vogliono essere d’ostentazione del mio lavoro ma solo frutto di un’attenta considerazione. Quello che voglio lasciare in questo breve scritto è un messaggio: non datevi mai un fine ultimo, interpretate i vostri obiettivi di vita, professionali, d’istruzione come un punto di inizio per costruire un nuovo fare e non come punto d’arrivo.

La nostra professione è giovane ed in continua evoluzione. Se ci concentrassimo sull’idea di una professione “ai box”, per usare un termine automobilistico, commetteremmo un enorme sbaglio. Siamo in continuo movimento, per ogni passo avanti che riusciamo a fare ne facciamo almeno dieci indietro (non a causa nostra) e di nuovo una grande corsa per risalire la china. Chi meglio di noi conosce il significato di moto? Del resto se la “signora con la lanterna” si fosse fermata saremmo rimasti chissà a che epoca.

La cosa assurda, permettetemi di definirla così, di questa professione è che nonostante richieda una forza fisica e mentale notevole e sacrifici non indifferenti, ti trascina via con sé e alla fine stremati dalla fatica, dalle ingiustizie subite, siamo di nuovo tutti al nostro posto con un gran sorriso.

Vi starete chiedendo: “sì ma forse sei andata fuori tema…” La mia risposta è: no! Se sono riuscita a scrivere queste poche parole è grazie al frutto dell’esperienza maturata durante la formazione universitaria ed il lavoro poi. Non sarei riuscita a scrivere una sola riga se avessi ammirato il nostro impegno dall’esterno.

Colgo l’occasione per ringraziare chi mi ha insegnato il lavoro durante i miei tirocini e chi me lo insegna tutt’ora al lavoro, offrendovi un enorme tazza di caffè virtuale, la bevanda ufficiale dell’infermiere!

Valentina Sale