Ci fa molto piacere che una autorità riconosciuta come il professor Silvio Garattini ritorni con queste proposte che ricordiamo – anche per le precedenti esperienze vissute – come quelle in grado di cambiare qualcosa, in un trend estremamente preoccupante per quanto concerne i numeri dei professionisti sanitari (medici ed infermieri in particolare).

Su questi spazi, e sui nostri social, abbiamo più volte descritto gli effetti del corposo aumento retributivo offerto come strategia alla prima, grande carenza di ”vocazioni” (venne usato proprio questo termine…) dei primissimi Anni Novanta del XX secolo: gli stipendi medi salirono del 25% (non di 30 euro…) e nella nostra piccola ”scuola regionale per infermieri professionali” spezzina gli studenti passarono da 60 (due sezioni da trenta) a 210 (sette sezioni da trenta).

Non si vuole – e non è neppure materia ordinistica!– ragionare solo in termini retributivi, o puntare tutto su questa idea: vogliamo solo confermare che le proposte del Prof Garattini sono evidentemente sensate; ad esempio, come ripetiamo da tempo, se non si differenzia, se non si incentiva, chi lavora nei festivi e nelle ore notturne o prima o dopo uno si domanda ”…ma perchè io? …” e cerca soluzioni alternative.

Il risultato di anni di rimandate strategie di correzione del problema è oggi sotto gli occhi di tutti noi: quello di una professione dall’elevata età media (e dunque elevati i numeri delle limitazioni, per inevitabile usura del fisico) e, come ricordato anche nella nota del professore, sono oltre 60mila gli infermieri in meno rispetto alle esigenze del SSN.

Le situazioni più critiche sono oggi in molte strutture private di diverse Regioni: gli infermieri mancano oggi, e se per assurdo fossimo in grado di iniziare a formare tutti coloro che mancano, resterebbero sempre almeno tre anni di ritardo. Sono anche questi aspetti marcatamente critici a spingere alcune Regioni a puntare di più su figure che oggi sono, invece, disponibili, come gli oss: è quanto ha fatto il Veneto (con una iniziativa poi bocciata dal TAR, su ricorso degli OPI, in quanto veniva varata una figura non prevista dai profili oggi esistenti) ma questa situazione, e queste iniziative, devono invitare tutti, in primis la Politica, ad analisi e riflessioni profonde  – nel rispetto delle normative esistenti e nella considerazione della necessaria sicurezza.

 

 


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