Nella RSA sarzanese ‘’Sabbadini’’, in provincia della Spezia, i degenti chiedono aiuto agli organi di stampa, perché non ci sono praticamente più #infermieri in servizio, e non ricevono le terapie salvavita (insulina): la conferma che le nostre insistite segnalazioni sulla grave crisi del sistema sono purtroppo reali.
Il numero degli infermieri in servizio nella Sanità privata oggi è ridotto dopo le assunzioni straordinarie che, grazie al #covid19, hanno fatte le aziende sanitarie pubbliche; ma da venti anni stiamo assistendo al progressivo impoverimento del servizio sanitario nazionale, senza politiche lungimiranti e senza strategie tese a programmazioni serie.

Siamo in campagna elettorale, possiamo così citare tutti gli schieramenti politici in un caso di effettiva par condicio: perché negli ultimi venti anni hanno governato tutti, a Roma e a Genova; il #centrodestra ed il #centrosinistra in Liguria e, a Roma, anche i #Governi tecnici e quelli “dei migliori”;  ma alle richieste di incentivare la ”costruzione” degli infermieri di domani, nessuno ha risposto; alle proposte di incentivare i contratti di lavoro pubblici e privati, si sono avute risposte parziali e tardive.


Ma queste sono cose di complicata progettazione, forse: ebbene, nemmeno le più banali ipotesi – che avanziamo da almeno tre anni- di aprire agli infermieri delle ASL la possibilità di lavorare (come è possibile per i medici) con forme di attività libero professionale, o con forme di incentivazione su turni aggiuntivi (se lo vogliono, naturalmente) nel Privato, per superare (almeno!! Come in questo caso!) le più marcate emergenze quotidiane, vengono raccolte; c’è sempre un qualche ostacolo e un qualche nuovo problema.


Ed oggi, le criticità della Sanità pubblica in materia di personale rischiano di rendere inefficace anche questa ipotesi, peraltro mai veramente raccolta da chi avrebbe potuto –intanto- renderla fattibile ed operativa.
Il vero problema, la vera domanda, che certamente deve arrivare a tutte le autorità, comprese quelle che vigilano sulla efficacia dei servizi previsti nelle convenzioni, negli appalti, nel servizio è cosa succede a queste persone ricoverate alla ‘’Sabbadini’’ (i nostri anziani), se – come è stato pubblicato- non è possibile erogare assistenza infermieristica sulle 24 ore, come prevede la convenzione con la Regione.


Potremmo aggiungere qualche riflessione sugli #appalti – dove incide troppo l’aspetto economico (spesso si dimostra ”più costoso” risparmiare, scegliendo chi chiede meno soldi per fare un servizio)- e sul fatto che la sola recente decisione governativa, sul problema degli infermieri che mancano, sia stata quella di ammettere personale straniero SENZA verifica dei titoli e SENZA dimostrazione di conoscere la lingua italiana, cosa che veniva svolta dagli Ordini professionali: sono limiti importanti per la #sicurezzasullavoro di tutti, compresi questi cittadini stranieri, e soprattutto per la sicurezza degli assistiti, in un settore dove un qualsiasi testo od articolo sul Rischio Clinico colloca al primo posto nelle cause di errore LA COMUNICAZIONE! (di norma, fra operatori che parlano tutti la stessa lingua!)…

Buon voto a tutti.

 

Aggiornamento: articolo su CdS del 7.9.2022 su temi sovrapponibili:

https://www.cittadellaspezia.com/2022/09/07/infermieri-un-norma-per-libera-professione-nelle-rsa-lospedale-questione-di-sopravvivenza-461609/