Novembre 2020: in piena seconda ondata pandemica Covid19, il sistema sanitario è in crisi e gli ospedali non solo faticano a reggere l’impatto delle richieste di ricovero e prestazioni ma, sia le Aziende sanitarie sia le RSA del territorio (il nostro, ma non solo), NON trovano professionisti. Chissà perché.

Riportiamo un brano tratto da un articolo del nostro Presidente che qui, in foto, rilascia su questi temi una intervista al TG3 della Liguria: il tema del riconoscimento economico, è indubitabile, è centrale. Certamente non è l’unico che oggi tocca le corde degli Infermieri italiani, ma la Storia della professione (e di questo Paese) ne ha confermato il peso, nei fatti e nelle vicende accadute, non con le opinioni.

Invece, abbiamo deciso (da quando sono state create le ‘’Aziende’’) di affrontare non tanto un tema come il Covid, ma la Sanità in generale come qualcosa che avrebbe potuto reggere tagli e sacrifici: una roba, una cosa appena sostenibile in tempi ‘’normali’’, e ovviamente da ‘’banco che salta’’ in tempi di guerra.

A proposito di strategie di guerra: l’App ‘’Immuni’’ che non parla con nessuno, che non scarica i dati delle ASL, e che -in pratica- di aiuto concreto non può darne, rispetto alle sue potenzialità, è l’emblema della situazione attuale. Auguri, a tutti noi cittadini e professionisti: ecco il brano citato.

‘’…io ( purtroppo) per età c’ero nel 1991, quando l’allora Ministro della Sanità, come si diceva al tempo, De Lorenzo dispose un fantasmagorico (per gli standard odierni) aumento, che portò la mia retribuzione da 1,5 milioni di lire, a 2. Di botto. Come dire, passare da 1500 euro a duemila…quando vennero riaperte le iscrizioni, qui a Spezia lo storico ” corso regionale per infermieri professionali ” passò da 2 sezioni di 25 studenti, a SETTE. Penso, col massimo rispetto per tutti, che se lo si volesse, la strada non solo è già indicata, ma è stata proprio “già percorsa”, a dimostrare cosa va fatto. Da quel momento in poi, sono arrivati rinnovi sempre più poveri, un apprezzato (per me) aumento delle competenze e delle responsabilità completamente NON riconosciuto (e questo è molto meno gradito); ed un metro di misurazione del ritardo storico è che allora mi davano 40mila lire per 12 ore di pronta disponibilità, e oggi 20,66 euro…Che non ci sia la corsa per diventare infermieri mi pare normale, anzi…e 53000 infermieri in meno, come denunciava FNOPI nel 2018, sono troppi per non intervenire, in qualche modo strutturale. Poi, se arriva anche il Covid, allora…’’

da TG3 Liguria edizione serale, 3/11/2020, Francesco Falli risponde a Riccardo Tivegna