PER UN UTILIZZO SENSATO DELLA PEC…

Ancora sulla gestione del proprio ”domicilio digitale” o casella PEC.

Perchè ci ripetiamo?

Perchè anche se forse non sempre è chiaro, l’obiettivo di questo OPI è (anche) quello di fornire un servizio in termini di conoscenza, di informazione, di comunicazione.

E poi, perchè ci capita di notare come alcune caselle PEC di iscritti, che ci sono state comunicate precedentemente dagli stessi, risultino disattivate (ritornano indietro, per capirci, le nostre comunicazioni).

Ora, le nostre comunicazioni sono molto poche via PEC e , se uno è regolare nel versamento delle quote annuali (come avviene con il 90% degli iscritti, grazie) riceve solo l’avviso dell’assemblea annuale.

Usiamo la PEC anche in relazione agli avvisi di mancato pagamento ma, a parte questo, vogliamo ricordare che NON E’ OPI CHE CHIEDE LA PEC, ma una precisa Legge dello Stato, più volte ricordata: la L. 120 del 2020 (Governo Conte II) che andava a rendere definitivo un percorso legislativo iniziato ben 12 anni prima.

In sintesi, TUTTI quelli che sono dentro un albo professionale (notai, farmacisti e geometri compresi) devono avere un domicilio digitale (PEC).

Perchè? Sicuramente, la norma è stata prodotta per rendere più facilmente rintracciabili intanto questi cittadini, in attesa di avere per ogni cittadino un contatto ”certificato”.
Per portare un esempio molto concreto, sono già molti i Comuni che hanno scelto di spedire una sanzione per infrazione stradale ad un automobilista ”via PEC”.

Questi enti verificano se a quel nominativo corrisponde una PEC (facilmente rintracciabile per loro sul portale INI-PEC, perchè queste PEC sono ”pubbliche”).

Se esiste, e la inviano, resta in mano a quell’ente una ”ricevuta di avvenuta consegna” che equivale ad aver spedita una raccomandata con ricevuta di ritorno e…ad avere subito in mano la ricevuta!

A quel punto, se il titolare della PEC non apre mai la PEC stessa; se perde la password, se lascia scadere il dominio, è un bel guaio: ma lo è per questo titolare, e per nessun’altro.
Perchè la multa, come sappiamo, passato un certo periodo aumenta, poi raddoppia, poi triplica…e via così.  Ora: noi, cari colleghi, NON c’entriamo nulla con la gestione delle PEC dei professionisti, ovviamente nemmeno con quella che attivate con noi gratuitamente; siete VOI i titolari di username e password, e siete solo VOI che potete aprirla.

Ve lo ricordiamo perchè abbiamo avuto la comunicazione di casi piuttosto incredibili (incluso un sanitario- non nostro- che non ha potuto vendere la sua auto, perchè da due anni era sottoposta a fermo amministrativo, dopo una multa notificata via PEC per divieto di sosta, salita a due o tremila euro, di cui nemmeno aveva immaginato la esistenza); casi tutti nati dalla incuria nei confronti di questa casella che, ci teniamo tanto a dirvelo, per noi è stata solo una inevitabile e fastidiosissima incombenza ulteriore: ne avremmo fatto tanto, ma tanto volentieri a meno, credeteci.

Ma, naturalmente, non si può fare a meno di seguire l’obbligo della norma.

E, forse, se siete arrivati fin qua, avete chiaro per CHI è un problema, se quella PEC non funziona o non viene letta; di certo, non lo è per l’OPI…che non è certo il solo che potrebbe usarla per scrivervi: anzi.

PS: qui uno dei molti articoli che ”confermano” quanto sopra indicato.

https://www.postel.it/postelblog/multe-via-pec-blog

Chiudiamo, ricordando una cosa che ancora non tutti notano, eppure sul sito è scritta chiaramente; quando usate la vostra PEC, se volete che sia letto il vostro messaggio DOVETE inviare alla nostra PEC: laspezia@cert.ordine-opi.it

Se invece, dalla vostra PEC, scrivete alla nostra mail ”normale” (segreteria@opi.laspezia.it), non c’è alcuna certezza di lettura da parte nostra, per molti motivi tecnici assortiti; quindi usate sempre ”PEC su PEC” e ”mail normale su mail normale”…