COME OGNI ANNO formuliamo sulla stampa del nostro territorio gli auguri ai cittadini, evidenziando alcuni degli aspetti che sarebbe bene fossero, se non risolti ( a volte è pura utopia), almeno affrontati con attenzione vera.
Poi, lo spazio sui giornali è quello che è, e per questo si toccano solo alcuni punti, ma sappiamo bene tutti che ci sono molte ”questioni aperte” intorno alla Sanità italiana e alla professione infermieristica che ne è attore principale.
I temi ( generali) qui ricordati sono la carenza di incentivi alla scelta di essere infermiere oggi in Italia, e la pressoché totale assenza, sul territorio nazionale (rare eccezioni a parte, qua e là nel Paese) della VERA applicazione della legge 77: cioè gli infermieri di Famiglia e Comunità A CASA dei più fragili, 365 giorni/anno.
Altrimenti, va benissimo incentivare gli ambulatori aperti al pubblico sui territori disagiati (magari, più di qualche ora a settimana…) ma, o si prende in carico il malato fragile – che all’ambulatorio non può andare- oppure i cosidetti ricoveri impropri non caleranno mai, eccetera.
Detto ciò, ovviamente – su quelli che sono gli aspetti prevalentemente locali- il 2024 dovrà vedere la partenza effettiva del costruendo (dal 1990!) nuovo ospedale spezzino.
Ospedale che costituisce un aspetto fondamentale, a questo punto non più rinviabile: una città di quasi 100mila abitanti, investita negli ultimi anni (e questo è un bene) da flussi turistici piuttosto significativi (navi da crociera internazionali, hub per accesso a Cinque terre, ecc) non può più restare legata alla architettonica del progetto dell’attuale ospedale S. Andrea: un progetto che fu all’epoca innovativo, ma che risale al 1898…