IL PASSATO DI VERDURE

Il passato di verdure è un “comfort food” molto gradito in ogni stagione, quando vogliamo gratificarci con un piatto caldo e nutriente. Ha una consistenza vellutata, è cremoso, ottimo nella sua semplicità o arricchito con qualche crostino abbrustolito, con un filo di olio extravergine di oliva (io apprezzo quello ligure, a kilometro ‘’quasi zero’’) e con una spolverata di parmigiano grattugiato: per decoro, si aggiunge un tocco estetico, con ”foglia verde”, e per ottenerlo vengono – dunque- mescolati diversi tipi di vegetali.

Questo incipit per spiegare come deve essere stato prodotto l’articolo ”sui super oss”, apparso sabato 21 maggio: perché il ‘’minestrone’’ è uscito proprio bene; però il sapore è fuorviante, e infatti in tanti hanno contattato l’OPI per capire a cosa facesse riferimento, allarmati da contenuti poco chiari e preoccupanti..

L’articolo lo trovate sotto la foto del passato di verdure, ed è il link definito ”allegato 1”.

Comprendiamo che nella imminenza della votazione per le amministrative, i candidati cerchino di attirare l’attenzione su di sé. Ma farlo mescolando circostanze e questioni diverse non sembra molto opportuno: come se nel minestrone ci infilassimo la suola di una scarpa, o un pezzo di plastica.

Allora, qui forniamo alcune precisazioni, non certo in polemica politica col candidato che ”descrive” alcune situazioni in modo impreciso (o direttamente, o a seguito di interpretazione di chi scrive, non sappiamo e non importa), ma perchè in diversi ci hanno chiesto a cosa facesse riferimento questo articolo ”strano” sul piano professionale. Andiamo a chiarire che cosa non va: la figura del ‘’super oss’’ (un termine improprio, che NON ha riscontro nella realtà) NON è certo una novità: dal 16 gennaio 2003 esiste l’oss CON FORMAZIONE COMPLEMENTARE (vedi il nostro comunicato, al link : ”precisazioni sul super oss”, e il successivo, articolo pubblicato (link ad ”allegato 2”).

Questa figura (ed il fatto che la Regione Liguria abbia deciso di attivare questi corsi di formazione) non c’entra niente con la questione, sempre ricordata nell’articolo, degli oss dipendenti di una ditta privata, che lavoravano in Asl 5. La Regione Liguria ha destinato 25 voucher formativi ad altrettanti oss che lavorano NELLA SANITA’ PRIVATA (quindi non c’entra nemmeno la ASL, azienda pubblica: ma l’articolo inizia con ”…In Asl 5 arriveranno…”).

Ancora, questa figura NON ha nulla a che fare con la figura ‘’strana’’ nata nella Regione Veneto, che ha prodotto ricorsi al TAR e che è stata fonte di molte polemiche, ancora in essere.

La figura dell’oss CON FORMAZIONE COMPLEMENTARE (nata con l’accordo Stato Regioni 16.1.2003) NON ha alcuna competenza sulle linee venose, e quindi non si comprende da dove, (sempre nell’articolo citato) sia stata ricavata questa ennesima imprecisione. Noi abbiamo solo cercato, col nostro comunicato, di fare chiarezza; comunicato in parte ripreso con l’articolo di martedì 24; purtroppo la parte della ”linea venosa” è saltata nell’articolo di precisazione, ma resta chiara nel nostro comunicato E SOPRATTUTTO LO E’ NELLA NORMA.

Per info sull’accordo del 2003, vedi Gazzetta Ufficiale, qui: https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2003-03-03&atto.codiceRedazionale=03A02357

Punti fermi:

a) gli oss (con ,o senza, formazione complementare) NON devono sostituire gli infermieri.

b) oltretutto, NON possono farlo, visto che devono ricevere dagli infermieri stessi le ATTRIBUZIONI di merito sulle attività

Chiaramente, questo è indicato dal ‘’profilo professionale’’ dell’infermiere (DM 739/1994) e dai testi della Conferenza Stato Regioni per quanto riguarda gli oss (e gli oss con F.C.)

  1. Sicuramente gli infermieri DEVONO lavorare con gli oss e, dove esistono malati cronici a bassa complessità assistenziale , dove prevale cioè la attività alberghiera, è importante avere oss in numero adeguato e certamente superiore al numero degli infermieri, che comunque dovranno essere sempre presenti, perché altrimenti CHI darà le attribuzioni previste dalle normative agli operatori socio sanitari?
  2. Se gli infermieri vogliono crescere ed essere sempre più protagonisti nella Sanità, chiaramente devono anche imparare a lavorare con altre figure che si occupano di assistenza, conoscendo bene le rispettive competenze che sono PREVISTE DALLA LEGGE.
  3. Purtroppo UN FATTO reale e pesante è la grave e crescente carenza di infermieri nel Paese: oltre 65mila gli infermieri che mancano secondo FNOPI; e siccome questa carenza non si vuole superare affrontando il problema ‘’a monte’’, riconoscendo cioè agli infermieri italiani quello che meritano (retribuzioni adeguate alla responsabilità, riconoscimenti sui disagi delle turnazioni, riconoscimenti sulle competenze avanzate), impedendo alla professione uno sviluppo nei percorsi di carriera, oggi siamo costretti a convivere con soluzioni estemporanee e che non risolvono il problema di base: la professione infermieristica è di fronte a un futuro incerto (dunque, anche la qualità stessa delle cure e dell’assistenza qualificata).
  4. Non c’è nulla di male (anzi) nell’arrivo di oss con formazione complementare, profilo che esiste da quasi vent’anni: come abbiamo ripetuto molte volte, questo arrivo non deve trasformarsi in una soluzione ‘’di ripiego’’ per lavorare con meno infermieri e più oss ovunque, ma – eventualmente- solo in quelle specifiche e particolari realtà dove la complessità assistenziale è minore -secondo determinati standard- e si basa su una maggior parte di supporto alberghiero.
  5. I numeri oggi sono questi: se nessuno vuole veramente invertire la tendenza, gli infermieri attivi in Italia sono in un numero inadeguato alle esigenze assistenziali; ad esempio, spesso non è possibile ‘’ricollocare’’ dai reparti ospedalieri coloro che potrebbero essere inseriti nelle attività del territorio: ma tutti parlano del sostegno delle cure domiciliari, bene…e con quali e quanti professionisti ? Un ruolo delicato e strategico per intercettare quei pazienti fragili e cronici che possono restare a casa, e non andare in ospedale; insomma, una cosa è certa, con la attuale situazione NON si potrà procedere a lungo…
  6. Con questi concetti è definitivamente chiaro, e adesso sotto gli occhi di tutti, come la presunzione sindacal-politica che volle, ad inizio Anni Ottanta, eliminare la figura dell’infermiere generico per trasformare con sanatorie ‘’tutti’’ in infermieri professionali (come si diceva allora) sia stata un errore, un artificio che raggiunge con le sue onde lunghe perfino i nostri anni, ed incide su una cultura organizzativa che meriterebbe maggiori attenzioni, ed un maggior rispetto di ruoli, competenze, profili, professionalità.
  7. Precisazioni sul super oss
  8. Super oss: allegato 1 e allegato 2