Nel ”Borgo Incantato” a Bolano il talento dei colleghi Infermieri

Grazie di cuore per la presenza nelle due giornate a Bolano, alla Festa del Borgo Incantato, ai colleghi che trovate elencati in questo ”riassunto” dei nostri giornali on line, che ringraziamo per la attenzione dimostrata:
Anche sul canale @Twitter di FNOPI è stata ripresa e rilanciata la notizia, con una di queste foto allegate…
Nonostante gli Ordini siano sempre più ”soffocati” da imposizioni burocratiche ed amministrative (rivolte agli Ordini stessi, che non di rado ”devono” rigirarle ai colleghi iscritti) noi qui a Spezia cerchiamo sempre di ”fare cose diverse” e, fin che ce le lasceranno fare, di dimostrare -anche con queste iniziative- il valore degli Infermieri (ed ”il talento”, come ricordava il poster che era vicino alla postazione, in piazza, a Bolano).
Naturalmente, perchè questo sia credibile e fattibile servono colleghi, appunto, di talento e di qualità.
Tutti voi che, a vario titolo, avete preso parte alle giornate di Bolano, o direttamente effettuando le manovre salva vita, oppure organizzando la presenza e la partecipazione degli altri,  siete stati più che mai all’altezza e -soprattutto- avete fatto ”bene” a tutti noi, a tutta la categoria, ed alla ”famiglia” professionale che, lo sappiamo bene, fatica a essere spesso ”identificata”, con tutte le sue piene prerogative e caratteristiche.
Fra queste, una che dovremmo sempre esercitare, perchè è pienamente nostra, perchè è citata nel nostro ” profilo ” (DM 739/94), perchè ci appartiene davvero, è la educazione sanitaria.
Vi ringraziamo seriamente di cuore, ed anche con commozione, perchè non sempre riusciamo a spiegare il nostro ruolo di Ordine, che cerca di essere (al di là delle pesanti obbligazioni amministrative) qualcosa ”di utile”, e che può dare una mano, un aiuto a noi tutti.
Per riuscirci, però, in occasioni come questa, è preziosissima ed indispensabile la disponibilità di colleghi come voi.
Il Direttivo- OPI La Spezia
(…che include anche tre delle partecipanti, naturalmente!)

Una questione di sicurezza (per tutti) non capita, non compresa, non raccolta

Il nostro presidente, Francesco Falli, è tornato ancora una volta su una questione che da un pò di tempo sembra decisamente preoccupante (e, al riguardo, non mancano testimonianze da parte di operatori e cittadini).

Il riferimento è alla possibilità di inserire in servizio in Italia professionisti sanitari stranieri senza i passaggi di verifica su titolo e conoscenza della lingua italiana, passaggi che erano previsti da molti anni: questo avviene oggi in forza di decreti emergenziali ”pandemici”, emessi nel Marzo 2020 dal Governo Conte II, e confermati dai Governi Draghi e Meloni (quest’ultimo, ha prorogato la validità del decreto fino al 31 dicembre del 2025).

Ovviamente non vi è alcuna preclusione, come spiega bene Falli nel testo, all’arrivo di stranieri in Italia per esercitare una qualsiasi professione sanitaria, quella di infermiere compresa: dal 2000, il nostro OPI ha inserito 55 infermieri di Paesi esteri comunitari , e 39 di Paesi non comunitari: TUTTI HANNO SUPERATO LE PREVISTE PROCEDURE al riguardo (riconoscimento del titolo e verifica della conoscenza della lingua italiana); ma oggi queste verifiche, SICCOME MANCANO INFERMIERI, non si fanno più, e questo è CERTAMENTE UN PASSAGGIO POCO SICURO PER TUTTI.

Se gli Ordini devono esistere per certificare i professionisti che offrono le loro prestazioni e la loro competenza ai cittadini, chi verifica coloro che -NON passando più dagli Ordini- non sono iscritti, nè sottoposti alle regole dell’ordinistica (a partire dalle procedure di accesso, sempre seguite ”in tempi normali”) ?

Qui il link: https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=115112

 

 

 

Infermieri, una stagione amara per tutti

In certi momenti delle nostre vite, personali e professionali, la necessità di una analisi è fondamentale.

Possiamo rinviarla, o ignorarne l’urgenza: ma sarà comunque – o prima o dopo- inevitabile affrontare i contenuti di un problema, o di qualcosa che non funziona: intorno alla ‘’questione infermieristica nazionale’’ sono state spese negli ultimi decenni tante parole, da parte di tutti.

Ad un certo punto, constatato che realmente mancano infermieri – in particolare mancano nella Sanità privata, ma non solo-  sono arrivati ‘’i fatti’’: sono state varate, cioè, alcune strategie per ‘’superare’’ questa carenza.

In questo momento storico, anno 2023 dell’era cristiana, le principali novità riguardano:

a) l’allentamento del vincolo di esclusività degli infermieri pubblici dipendenti (vale per tutte le professioni indicate dalla legge 43/06, anche se la crisi riguarda soprattutto gli infermieri…), secondo i dettati del ‘’Decreto Bollette’’: opzione utile, ma che appare di non semplice applicazione pratica. La cosa buona è che, almeno, questo decreto chiama gli infermieri ‘’ a fare gli infermieri’’. Come osserveremo subito, non è un concetto così scontato.

b) la seconda novità riguarda la costruzione di molti nuovi operatori socio sanitari (oss), e la rianimazione della figura- che era già prevista dalla Conferenza Stato Regioni, sin dal Gennaio del 2003- dell’operatore socio sanitario con formazione complementare.

Figura quasi mitologica, in un contesto così poco attento che, per venti anni, lo ha definito impropriamente ‘’l’ osss con TRE ESSE’’, in diverse Regioni ha già permesso di rivedere i criteri di accreditamento delle strutture private (RSA, RPA) con riduzione del numero degli infermieri previsti e l’inserimento di questo operatore.

Quindi, siccome non si trovano infermieri, ci mettiamo l’oss con formazione complementare. Se è vero (è emerso anche nella indagine che FNOPI ha fatto nel 2022, la ‘’Consensus Conference’’) che gli stessi infermieri apprezzano un inserimento importante e governato delle figure di supporto, cosa attesa ovunque,chiaramente l’idea non è l’arrivo di queste figure ‘’al posto di’’.

c) l’ingresso di personale sanitario straniero (di ogni qualifica, ma anche in questo caso- chissà come mai- si tratta in gran parte di infermieri) che NON passa dagli Ordini professionali. In che modo? Di norma, un professionista sanitario straniero che vuole venire a lavorare in Italia deve percorrere una strada con due passaggi fondamentali: dapprima, il riconoscimento del titolo (a cura del competente ufficio del Ministero della Salute) poichè i percorsi formativi sono spesso differenti dai nostri; quindi – avuto questo ”okay”- si reca presso l’Ordine che lo riguarda, nella Provincia dove intende vivere o esercitare, per sostenere un esame che valuti la sua conoscenza della lingua italiana.

Dal 17 Marzo 2020, per decreto del Governo Conte II, questi due ‘’accertamenti’’ non sono più necessari, né lo è – per questi operatori stranieri- la iscrizione all’Albo professionale; nessuno valuta il titolo, né la conoscenza della lingua italiana; entrano ‘’in deroga’’ nel mondo del lavoro, con le conferme di quel decreto approvate dal Governo Draghi prima e dal Governo Meloni poi (fino al 31.12.2025): ma non era finita la pandemia? Sì, ma non è risolta la emergenza infermieri, perciò si conferma questa ‘’deroga’’, altrimenti molte RSA- in particolare in alcune Regioni- chiuderebbero stasera.

Con buona pace, naturalmente, delle regole di sicurezza: qualsiasi testo o contributo scientifico sul Risk Management ci racconta che la prima causa di errore in Sanità è la comunicazione (e lo è fra operatori della stessa nazionalità, o che parlano la stessa lingua); quindi qui la questione non è quella di voler ‘’per forza’’ iscrivere questi operatori all’OPI: la questione è, semplicemente, di sicurezza, sia per gli assistiti, sia per gli stessi operatori che agiscono in un Paese straniero, dove non conoscono bene la lingua, con difficoltà a comprendere questioni piuttosto importanti, dai dosaggi di farmaco alle richieste dell’assistito.

Si possono aggiungere a questi tre ‘’ capitoli’’ della strategia di governo della emergenza infermieristica altre questioni, come i nuovi passaggi del CCNL del Pubblico che vanno a riconoscere qualche emolumento in più a chi lavora in pronto soccorso, e qualche sconto sugli anni di lavoro per chi opera nel settore dell’emergenza. Tutte cose che sembrano ancora poco ‘’attraenti’’ per invitare un giovane a scegliere di fare l’infermiere.

Poiché chi scrive- purtroppo- c’era già, il pensiero va al 1990, quando di fronte alla prima ‘’crisi delle vocazioni’’ (come veniva chiamata allora, con una definizione francamente un po’ discutibile) il Ministro della Sanità Francesco De Lorenzo – in contrasto col collega del Bilancio, che non gradiva- aumentò ‘’motu proprio’’ le retribuzioni degli infermieri del tempo di un buon 30% netto; ed introdusse un presalario a favore degli studenti del corso regionale: in tutta Italia ci fu la esplosione delle iscrizioni. La piccola scuola spezzina, che aveva due sezioni da trenta studenti, passò a sette sezioni, e i giovani in formazione salirono da 60 a 210; stessa cosa in tutta Italia, ovviamente.

Oggi, a quanto pare, le condizioni per ripetere quell’exploit non ci sono più; ma al tempo stesso le strategie che ho descritte sembrano piuttosto lacunose in termini di attrattività; i giovani infatti chiedono non solo retribuzioni più interessanti (e rispondenti all’impegno, gravoso) ma anche la possibilità di sviluppi e percorsi di carriera che oggi sono piuttosto limitati, anche se sono cresciute senz’altro le esperienze di infermieri che sono dirigenti di strutture o di dipartimento.

Purtroppo molte rigidità- ad esempio, la natura stessa dei rapporti contrattuali nelle Pubbliche Amministrazioni- ed una notevole miopia della Politica hanno oggi condotto la questione infermieristica ad un punto critico, dove – per portare un esempio concreto- abbiamo il DM 77 che introduce – finalmente!- a ogni effetto la figura di un professionista specializzato (infermiere di famiglia e comunità) ma in molte Aziende è impossibile ridestinare gli infermieri dalle degenze ospedaliere a questa attività.

Il numero assoluto degli infermieri iscritti agli Ordini è, per la prima volta, in saldo negativo e la questione non è più oggi sulla esistenza del numero chiuso universitario: infatti, in due macro Regioni (Nord Ovest e Nord Est) le domande per l’Anno Accademico 2022-2023 sono per diversi Atenei inferiori ai posti disponibili (dati forniti da Angelo Mastrillo, vedi panoramasanita.it) ; ecco alcuni esempi: Pavia ha avuto 202 domande per 291 posti a disposizione; Varese 171/249, Novara 353/404; Trieste vede 177 domande per 180 posti; Verona 801/914 posti; ma in negativo sono andate anche Ferrara, con 340 domande per 444 posti disponibili ; Firenze 575/600 posti; Siena 202/239; Perugia 364/462…sì, il numero totale vede ancora diversi aspiranti esclusi, ma il rapporto domande per posti a disposizione è 1,3 (‘’una domanda virgola tre’’ per ogni posto disponibile a bando) , mentre quello per il CdL di Fisioterapia è di 7,6 ; per Ostetricia 5,8 e Logopedia vede un 4,1.

La mia sensazione è che i provvedimenti assunti non aumenteranno l’attrattività verso la professione: anzi.

E infine, dato che gli Ordini nascono soprattutto per assicurare al cittadino determinati standard di qualità, vorrei rimarcare che scegliere gli infermieri (certo, non tutti, ma alcuni di loro, quelli accreditati, quelli capaci ”ed in grado di”) per sciogliere almeno in parte alcuni nodi cruciali del SSN, sarebbe cosa ottima PER TUTTI: penso agli ambulatori dei codici bianchi in un PS; penso alle cure domiciliari organizzate dagli stessi; penso a servizi sul territorio in grado di dare risposte ai cittadini (”infermiere di quartiere”, ”infermiere scolastico”); ma forse siamo su un piano di disturbo per altre posizioni consolidate.

Mi scuso per condividere questa amarezza, senza altro imminente segnale di speranza, ma questo è ciò che dovevo testimoniare, per quella che è ormai la mia quarantennale esperienza.                                                                                          Grazie a tutti. Francesco Falli

 

 

 

 

 

Il valore delle statistiche non è mai assoluto

Nei giorni scorsi un interessante lavoro statistico de ”Il Sole 24 Ore” ha utilizzato dodici indicatori, per comprendere se una Provincia assicura servizi adeguati agli anziani che risiedono in quel territorio.

Il dato include, fra i 12 items, anche la presenza degli Infermieri iscritti all’OPI di quella Provincia: a livello nazionale, al primo posto si trova Foggia (per questo solo indicatore) e secondi…siamo noi, i primi del Settentrione.

Ma il numero ”nudo e crudo” emerso dalla inchiesta appare un pò fuorviante, in particolare considerando che da certi settori (Sanità privata, ad esempio) ogni giorno qualche struttura ci contatta, perchè non hanno Infermieri nei numeri necessari per poter procedere con le ferie, ad esempio, del personale.

Quindi, ecco un contributo del nostro presidente a ristabilire un pò di questioni OLTRE i freddi numeri: visto che chi è iscritto qui e lavora altrove, evidentemente i nostri anziani nemmeno li incontra…ma incontrerà quelli di un differente contesto territoriale e sociale; nella nostra realtà questo dato è piuttosto importante, considerando che sono diverse centinaia i colleghi iscritti all’OPI della Spezia- ove risiedono- che lavorano in altre realtà (e molti di loro stanno attendendo il completamento dei percorsi di mobilità, o sperano comunque di rientrare alla prima occasione utile).

Un aspetto che aiuta a capire la ”relatività” del dato è questo: siamo professionisti in un territorio di confine, con la Toscana a pochissimi chilometri, e per chi abita in Liguria -vicino al confine della Regione- è del tutto normale lavorare – ed a pochi km da casa-  in una realtà sanitaria toscana.

https://www.cittadellaspezia.com/?p=498926

Nuovo evento ECM e interessante polizza per gli iscritti OPI (non professionale, ma sulla salute)

Iniziamo Giugno con due comunicazioni nello stesso articolo.

Per prima cosa, abbiamo accreditato un evento ECM residenziale,nato dalla proposta di due colleghe, Paola Ferrando e Giada Vinciguerra, che hanno aderito alla nostra offerta di collaborazione diretta con quei professionisti, iscritti ai nostri Albi spezzini per Infermieri e Infermieri pediatrici, interessati a produrre un evento di formazione.

L’offerta era stata pubblicata su questo sito e sui nostri social ad inizio Marzo.

Il corso ECM, dedicato dalla colleghe alla gestione delle linee venose centrali, si svolgerà il prossimo 30 giugno e qui trovate le info utili per essere presenti:    http://www.opilaspezia.it/evento-ecm-res-708-388511-edizione-1-del-30-giugno-2023-la-spezia/

UNA INTERESSANTE OFFERTA PER GLI ISCRITTI AGLI OPI ITALIANI giunge da Zurich e , se si è interessati, va sottoscritta non oltre il 30 giugno. Riguarda un indennizzo a fronte della perdita della autonomia di vita da parte di chi si assicura. La giriamo alla attenzione dei colleghi perchè ci pare sinceramente valida, ma naturalmente ognuno valuterà come ritiene opportuno.

L’offerta, economicamente interessante, deriva dal fatto che oggi gli Ordini sono diventati una ”Pubblica Amministrazione’‘, come effetto della Legge 3 del 2018, e questo comporta piani innovativi per alcuni broker e per chi offre servizi, come in questo caso.

Qui il link per capire meglio di che cosa si tratta (noi abbiamo un solo ruolo, in questa partita: quello della trasmissione della informativa così come ci è pervenuta):  https://campagna.4careitalia.it/opi2023/

Il codice di una eventuale adesione è OPISP2023

Una serata ricca di emozioni, grazie a ”Io resto” di e con Michele Aiello

”…alle lavoratrici ed ai lavoratori che hanno tenuto sulle loro spalle il mondo, al tempo del Covid…”
Queste parole scorrono, insieme ai titoli di coda, al termine del docufilm ”Io resto- my place is here”.
Nella occasione delle celebrazioni per la Giornata Internazionale dell’Infermiere, l’Ordine delle professioni infermieristiche della Spezia ha organizzato, con la puntuale collaborazione del Cinema Nuovo e la grande disponibilità del gestore Silvano Andreini, la proiezione del film ”Io resto- my place is here”, di Michele Aiello.
Il film è dedicato alle prime settimane della pandemia di Covid, e il regista , dopo avere ottenuto la autorizzazione all’ingresso nell’ospedale di Brescia, ha ripreso le scene, piuttosto coinvolgenti, delle giornate di impegno dei sanitari in prima linea nella gestione dei tanti ricoveri, e dei molti aspetti di umanità collegati alle prime disposizioni sul trattamento di una nuova, e ignota, situazione molto pesante, per tutti.
Michele Aiello era presente in sala, ospite dell’OPI spezzino e ha descritto, dopo aver ricevuto una targa a ricordo della serata, predisposta dalla ditta spezzina Skydd, le emozioni, le dinamiche e le difficoltà nella realizzazione del docufilm , presentato in anteprima mondiale all’evento Visions du Réel 2021, in Svizzera, e che ha poi vinto il Biografilm Italia, e il premio come miglior documentario all’Ortigia Film Festival.
 
Molti gli infermieri presenti, ma anche diversi cittadini che hanno preso parte alla proiezione; in sala anche l’onorevole Maria Grazia Frija e Giulio Guerri in qualità di assessori comunali e il presidente del Consiglio regionale, dottor Medusei, che ha portato i saluti della Regione Liguria.
Nella occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere il Comune spezzino ha anche quest’anno illuminato di verde la propria facciata.
 
L’OPI ringrazia Michele Aiello, tutti i colleghi ed i cittadini intervenuti e le Autorità, e rilancia, come peraltro è emerso nel corso della presentazione, le criticità che oggi ”limitano” la adesione alla costruzione di nuovi Infermieri in università: retribuzioni poco appetibili per le forti responsabilità collegate al ruolo ed i rischi che, peraltro, il docufilm ha evidenziato; il mancato riconoscimento delle specializzazioni che, sul campo, confermano nei fatti (ma non nei contratti) la non sostituibilità della figura esperta in settori critici; i rischi derivanti dall’assurdo fenomeno delle crescenti aggressioni ai sanitari.
 
Senza infermieri in numero adeguato e con la preparazione necessaria, non può esistere un Servizio Sanitario di qualità.
 
Grazie a tutti.

Attenzione alla ”igiene amministrativa”…

LA ‘’BUONA IGIENE AMMINISTRATIVA’’ NEI CONFRONTI DELL’ENTE ORDINE

Periodicamente facciamo questa comunicazione, perché evidentemente il concetto ha sempre la necessità di essere richiamato: ed il nostro consiglio, il nostro appello è esclusivamente a favore degli iscritti, perché non seguire queste semplici indicazioni in qualche caso ha creato grossi problemi.

Se infatti non si è ‘’reperibili’’ ad un indirizzo, non arriveranno le comunicazioni, le tasse ed i solleciti per mettersi in regola se qualcosa non va; e quindi – giunti a un certo punto- si rischia la cancellazione, e questo crea grandi problemi non all’OPI, ma all’infermiere coinvolto.

SE SI CAMBIA RESIDENZA, la nuova residenza va comunicata all’Ordine!

Infatti, se il cambio lo avete comunicato al datore di lavoro, non può bastare: non è assolutamente previsto che questi avverta l’OPI!

SE SI CAMBIA LA PEC, la modifica va comunicata all’OPI, perché sia possibile aggiornare l’albo nazionale.

La PEC va ”gestita” con attenzione! Perchè non solo noi vi inviamo comunicazioni istituzionali (convocazione assemblea ordinaria, elettiva, ecc) e altre urgenti sulla PEC (in caso di morosità, ad esempio), ma vi possono contattare da qualunque altra istituzione, in quanto -quando comunicate la PEC- questa (per effetto della Legge 120/20, non perchè ”ci piace a noi”!) va inserita in un data base nazionale (sistema INI-PEC, indice nazionale degli indirizzi PEC) e dunque, ad esempio, un Comune vi invierà su quella casella di Posta Elettronica Certificata la multa per un autovelox: se non la aprite perchè non ve ne curate, se lasciate scadere la password ”… tanto è lo stesso, io non la uso mai…” la multa risulta comunque consegnata, e col passare dei mesi la cifra sale a livelli stellari: forse non lo si è capito, ma questa legge serve per rendere tutti noi cittadini iscritti ad un qualunque Ordine molto più…rintracciabili, almeno in teoria; non è certo una cosa esclusiva con l’Ordine cui si appartiene, nè la questione è nata dalla volontà di chi è negli Ordini.

E’ sempre utile dire dove state lavorando, perchè questo favorisce la vostra ”rintracciabilità”. Ricordiamo che la legge 3/2018 infatti, oltre alla morosità, indica anche la ”irreperibilità” come causa di cancellazione: per capirci, se non abbiamo la possibilità di contattare un collega perchè non ritira la posta, e non ha la PEC attiva, prima di procedere con la cancellazione noi lo andremo a cercare sul luogo di lavoro: ma se non sappiamo neppure dove lavora, come facciamo a trovarlo?

SUL NOSTRO SITO (questo, in home page) trovate tutto quello che serve per comunicare un cambio di indirizzo, e per richiedere la nostra PEC; trovate come pagare le tasse annuali anche senza avere ricevuto a casa la comunicazione con le indicazioni, o se l’avete smarrita; ed anche i moduli per chiedere la cancellazione in caso di cessata attività o trasferimento all’estero; anche la cancellazione per pensionamento, infatti, non è automatica: negli Ordini si fa una domanda per essere ammessi, ed una per uscire, come ricorda con semplicità l’ultima delle leggi dedicate (la numero 3 del 2018).

NOI RESTIAMO A DISPOSIZIONE per ogni ulteriore dubbio, o informazione, sulla mail segreteria@opi.laspezia.it : a proposito, come si vede indicato con chiarezza sul sito, se scrivete a questa casella, usate una casella mail ‘’standard’’, normale, cioè NON PEC.

Se invece volete usare la vostra PEC (da preferire per le comunicazioni formali), dovete scrivere, in questo caso, alla nostra PEC: laspezia@cert.ordine-opi.it , questo lo chiediamo per avere certezza di poter leggere completamente quanto invierete alla nostra attenzione.

Grazie a tutti: forse non appare subito chiaro, ma questa comunicazione è fatta esclusivamente nell’interesse degli iscritti (testo a cura di Francesco Falli)

(La foto di Portovenere- con la chiesa di San Pietro, anno di consacrazione 1198, vista dalla Isola Palmaria- è un semplice omaggio al nostro stupendo territorio, e non è legata al contenuto dell’articolo…)

 

Migliora la situazione dei professionisti ”certificabili” (sistema ECM)

NETTAMENTE IN MIGLIORAMENTO, dal sito di Co.Ge.A.P.S. , la situazione dei nostri iscritti: da un 50% di ”certificabili” al debito ECM di gennaio 2023, siamo ora ad un discreto 63%, che potrebbe ancora crescere con il ”ravvedimento operoso”, chiamiamolo così, possibile grazie alla opportunità che offre il Decreto Milleproroghe.

Il Decreto infatti lascia tempo fino a fine 2023 per ”colmare” il debito pregresso, sul triennio 2020-2022 (e anche sui trienni precedenti).

Inoltre, ha certamente influito sul piano più squisitamente tecnico, la rendicontazione dei nostri FAD chiusi a fine 2022, e “caricati” necessariamente nelle prime settimane di questo 2023: crediti, dunque, ” visibili” solo dopo la conclusione del corso ( come sempre avviene con la FAD: i crediti ottenuti non sono visibili quando il certificato è prodotto, cioè quando un professionista conclude quella formazione, ma quando ”si chiude” il corso, per tutti).

Nel 37% che manca al target- inoltre- ci sono sicuramente tanti che, magari senza saperlo, potrebbero risultare ”certificabili” : ad esempio chi non ha inserito sul sistema una esenzione o un esonero (per gravidanza, master, aspettative, pensione ecc).

Noi proseguiamo nella nostra offerta formativa, è infatti on line in piattaforma FAD un evento ancora con pochi crediti; presto ne arriverà uno più ”massiccio”.
Inoltre, sono attiviper tutti  i corsi di FNOPI/FNOMCeO.
A disposizione per info varie, e molti complimenti a chi ha recuperato, nel suo interesse visti i tempi…complicati.

OPI – Ordine Professioni Infermieristiche La Spezia

Ente di diritto pubblico non economico, organo sussidiario dello Stato (L. 3/2018)

Aperto al pubblico:

PRIMO Mercoledì del mese, ore 08.30-12.30
TUTTI i Giovedì del mese, ore 15.00-18.00

CHIUSO se questi giorni sono prefestivi e festivi
CHIUSO nei giorni della fiera di S.Giuseppe a Marzo
CHIUSO dal 1 al 20 Agosto

Possibilità di concordare incontri in altri giorni, solo tramite richiesta all’Indirizzo Email: segreteria@opi.laspezia.it


Recapiti:

Telefono: 0187 575177
Solo VERE URGENZE: 3516613426 (dal Lunedì al Venerdì, ore 10.00-13.00)

Indirizzo Email: segreteria@opi.laspezia.it
Indirizzo Email PEC: laspezia@cert.ordine-opi.it

ATTENZIONE, NON INVIARE “PEC” ALL’ INDIRIZZO DI POSTA ”NORMALE”: NON E’ POSSIBILE LEGGERLE CORRETTAMENTE E NON HANNO VALORE LEGALE. Se si vuole inviare una PEC, si deve scrivere all’indirizzo di PEC: grazie!

Indirizzo Uffici: Via P.E. Taviani 52, traversa di Via Fontevivo (La Spezia)

PER INVIARE RACCOMANDATE/PACCHI/POSTA TRACCIATA, scrivere al seguente indirizzo: “Per OPI LA SPEZIA, presso AUTUM Srl, Via Carpenino 43 – 19121 La Spezia”


Informazioni Utili


Modulistica


Iscrizione Newsletter Gratuita


Scarica il nostro calendario


La nostra piattaforma FAD ECM


 

Polizze di responsabilità professionale